È ampia la portata del diritto di usufrutto

Siamo due sorelle con genitori divorziati. Il papà convive, in casa propria, con una nuova compagna già da circa 20 anni. Ci ha recentemente comunicato che ha intenzione, in caso di morte, di lasciare la casa di proprietà (casa indipendente sulle rive del lago di Garda) in usufrutto a questa compagna, finché sarà in vita. La signora ha alcuni parenti a Verona, che la visitano con regolarità. Considera questi parenti (una coppia con bambini) la sua vera famiglia. Durante l’eventuale periodo di usufrutto potrà impedire a noi sorelle, legittime eredi, di entrare nella casa, e potrà farvi alloggiare in modo permanente altre persone senza il nostro consenso? Nel complesso, quali sono i diritti che l’usufrutto comporta per il beneficiario e le contestuali limitazioni nell’uso del bene nei confronti di coloro che restano i proprietari della casa?

Il diritto di usufrutto di un bene ha una portata molto ampia a favore del beneficiario, il quale ha il diritto di fruire del bene e farne propri i frutti, con ciò intendendo anche gli eventuali introiti economici che possano derivarne dalla gestione, come ad esempio una locazione: di fatto, ha una gestione del bene paragonabile a quella del proprietario, a patto che non cambi la destinazione d’uso dell’immobile e che la sua condotta sia quella richiedibile al buon padre di famiglia, ovvero improntata sulla correttezza e sulla buona fede. Tra i diritti dell’usufruttuario, c’è quello di poter far alloggiare nel bene anche persone diverse senza la necessità del consenso dei proprietari.

Per quanto riguarda le spese, quelle di ordinaria amministrazione spettano all’usufruttuario mentre quelle di straordinaria amministrazione sono a capo del nudo proprietario.

Fonte: L'Esperto Risponde