Startup - cos'è e come funziona

CAPITOLO 1

Per iniziare bene

Vi sono varie attività che devono essere analizzate con cura prima di partire, perché costituiranno elementi fondamentali nella comunicazione e riconoscibilità della startup. Parliamo del nome e del logo.

Nome dell’azienda

Il nome dell’azienda è molto importante e dovrebbe identificarla univocamente. Il processo di analisi e selezione del nome richiede solitamente molto tempo e di seguito vi sono alcune accortezze per farlo risultare più efficace.

Deve essere un nome univoco, ovvero non simile o assimilabile ad altri nomi preesistenti di altre società e soprattutto non in violazione di nomi già registrati da terzi (si può fare una ricerca su Google verificando i potenziali nomi, anche in combinazione con il tipo di prodotto/servizio offerto dalla startup).

Deve apparire comunicativo, in particolare evocativo oppure descrittivo, come se fosse uno strumento per trasmettere emozioni (per esempio, “Eataly” è formato dalla fusione delle parole “eat” e “Italy”, ovvero “mangiare” e “Italia”, quindi richiama immediatamente la cucina italiana).

Inoltre dovrebbe già esplicitare le caratteristiche dell’azienda o del business (per esempio, “Fastweb” comunica un “mondo Internet” veloce). Se possibile, dovrebbe integrare sia l’evocativo che il descrittivo, come il nome “Blue Panorama Airlines S.p.A”, compagnia aerea di linea e charter italiana.

Deve essere semplice da ricordare e breve.

Deve risultare un nome privo di ambiguità fonetiche (per esempio, il nome “myphone” potrebbe venir percepito e scritto come “maifon” ed “eataly” come “Italy”; su questo aspetto è necessario considerare anche come potrà essere digitato il nome dai navigatori del Web per trovare il sito) e privo di ambiguità di significato (per esempio, una cantina vinicola che scelga per i propri vitigni il nome “cataratto” potrebbe esser scambiata, da interlocutori poco esperti, per il problema visivo detto “cataratta”.)

Deve avere il corrispondente nome web disponibile per la registrazione, cercando di evitare soluzioni alternative, come i nomi che si differenziano dai siti preesistenti semplicemente aggiungendo un trattino. Per esempio “start-up” e “start_up”, oppure utilizzando un TLD diverso dai tipici “.it” e “.com”.

Il logo dell’azienda

Creare un logo non è facile: esso ha un ruolo molto importante, più del nome dell’azienda perché deve trasmettere visivamente una serie di messaggi positivi. Ecco come deve essere:

originale;

facilmente riconoscibile e ricordabile;

idoneo a essere stampato su più supporti;

idoneo a essere visualizzato su file, pagine web, all’interno di app.

Organizzazione, pianificazione e competenze di gestione

Nel momento in cui si decide di creare una startup di successo, la prima e vitale domanda da porsi è la seguente: quali sono i cardini essenziali per costruire solide fondamenta per il successo? La risposta è relativamente semplice, perché essi sono:

l’idea di business, ovvero quali beni o servizi la startup produrrà;

un’attenta pianificazione del progetto;

l’organizzazione interna distribuendo mansioni e responsabilità con estrema chiarezza, cercando di limitare al massimo le aree di sovrapposizione;

il continuo scambio di informazioni fra i suoi componenti.

La parte più complessa è dare risposte, sulle quali si costruirà la strategia per concretizzare il prodotto e avviarne la commercializzazione, e anche reperire finanziamenti esterni.

L’idea di business

Il primo cardine, ovvero l’idea di business, è l’elemento sostanziale: senza una buona idea risulta quasi impossibile ottenere risultati soddisfacenti. Oggi sono presenti sul mercato molti interlocutori che offrono il servizio di valutare l’idea, dando un parere sul suo potenziale successo. Se l’utilità di un punto di vista professionale, esterno e quindi non emotivamente coinvolto nel progetto è auspicabile e di grande valore, d’altra parte è incredibilmente difficile, se non impossibile, esprimere un giudizio sulla reale possibilità di successo di un progetto. Ne consegue che il ricorso a consulenti specializzati nel settore di business va valutato come:

  • molto utile per avere informazioni sul mercato, sull’eventuale presenza di prodotti/servizi analoghi, su eventuali concorrenti e sulla loro storia commerciale, sulle evoluzioni e su quanto può essere funzionale ad avere un chiaro quadro di riferimento;

  • come relativo alla persona contattata, al suo credo, alle sue esperienze, alle sue passioni, alla sua formazione, al suo percorso professionale ed esperienziale: ne consegue che la sua valutazione non potrà essere completamente oggettiva, quindi andrà soppesata di conseguenza;

  • come un buon inizio per avere informazioni su eventuali normative specifiche del settore.

Per rendere l’incontro realmente fruttuoso, è preferibile approcciarlo preparando:

  • un accordo di riservatezza da far sottoscrivere prima dell’inizio dell’esposizione del progetto;

  • un’esposizione sintetica che non richieda più di 5 minuti, chiara e completa sui concetti fondamentali e distintivi, dell’idea di business da presentare all’interlocutore;

  • materiali di supporto quali slide di presentazione oppure dei fogli che visivamente illustrino i concetti e che possano essere sfruttati durante l’esposizione o per rispondere meglio alle domande dell’interlocutore;

  • un elenco delle domande più importanti che necessitano di risposte, soprattutto sui temi del mercato di riferimento come, per esempio, la concorrenza, gli aspetti finanziari, i termini di pagamento o i sistemi commerciali per distribuire il proprio prodotto.

Tutte le informazioni e le risposte che si otterranno andranno immediatamente annotate per iscritto al fine di poterle rianalizzare successivamente per limitare il rischio di dimenticare qualcosa.

In sintesi, la consulenza potrà essere ben sfruttata per avere tutte quelle informazioni di cui ancora non si dispone, ma che potrebbero giocare un ruolo fondamentale per approcciare correttamente il mercato. Sviluppando il concetto di business è utile porsi alcune domande fondamentali per organizzare il lavoro della startup.

La domanda più importante e fondamentale da porsi per trovarle una risposta precisa e ben articolata è la seguente: Quali caratteristiche rendono il mio servizio diverso dagli altri e più preferibile o desiderabile dal cliente? Può trattarsi anche di una semplice innovazione, una modifica tecnica oppure una modifica di design, un reinventare l’uso di qualcosa di preesistente: l’importante è riuscire a individuare ciò che può essere percepibile come attraente o più utile dal cliente. Solo avendo ben chiaro quali siano gli elementi di differenziazione diventerà possibile identificare strategie di comunicazione e pubblicizzazione. Inoltre, aspetto molto trascurato, deve essere qualcosa che i clienti possano volere o desiderare, sentirne la necessità o apprezzarne la funzionalità. Perché se il cliente non ne capirà la funzionalità o non desidererà averlo, le vendite resteranno ferme!

Ho qualcosa per te

Dopo aver individuato nel prodotto le caratteristiche che lo rendono più interessante rispetto a quelli della concorrenza, è il momento di chiedersi: Come posso farlo conoscere ai potenziali clienti, interessarli e spingerli alla prova o all’acquisto?

La risposta consiste nell’attirare la curiosità e l’attenzione mediante un messaggio che deve essere:

  • comprensibile e immediato;

  • fruibile;

  • efficace nel comunicare i punti chiave e i vantaggi;

  • capace di innescare sentimenti positivi per il business, quali curiosità, desiderio, convenienza o risparmio, utilità;

  • capace di trasmettere fiducia verso la startup, il suo marchio e il suo prodotto.

Un messaggio non deve:

  • parlare della concorrenza o dei suoi difetti (la pubblicità comparativa è ammessa, ma si tratta proprio di pubblicità, quindi anche per gli altri marchi coinvolti i quali, indirettamente, ne beneficeranno; c’è poi il rischio che il cliente possa inconsciamente provare simpatia per il marchio a lui noto che vede aggredito);

  • parlare degli svantaggi a meno di non voler anticipare eventuali potenziali critiche; non si tratta di nasconderli ma di non porre l’attenzione su elementi che non giovano alla vendita.

Il messaggio dovrà poi essere realizzato e veicolato. Rispetto ai cosiddetti media tradizionali, ovvero radio, televisione, affissioni, pagine di riviste e giornali i cui costi costituivano una vera e propria barriera di ingresso per le piccole aziende, oggi lo scenario della pubblicità ha un costo di accesso veramente contenuto e alla portata praticamente di tutti.

Per esempio, un’azienda può sfruttare:

  • il proprio sito web;

  • la propria pagina Facebook;

  • la propria pagina LinkedIn;

  • il canale YouTube;

  • il canale Twitter;

  • il canale Instagram;

  • l’invio di comunicazioni pubblicitarie tramite l’utilizzo di email (DEM, Direct Mail Marketing).

A tutto ciò si può aggiungere qualunque altro strumento sia stato analizzato e identificato come funzionale allo scopo. Non va mai dimenticato di rendere il messaggio coerente alle caratteristiche dello strumento; per esempio, il testo che verrà utilizzato su Facebook non potrà essere lo stesso destinato a Twitter a causa della limitazione di caratteri che quest’ultimo impone. In sintesi è importante creare messaggi efficaci, fra loro coerenti ma differenziati in base al canale a cui sono destinati. (Segue...)